L'INCREDIBILE SPETTACOLO DEI RAGAZZI PRODIGIO by Lauren Oliver

L'INCREDIBILE SPETTACOLO DEI RAGAZZI PRODIGIO by Lauren Oliver

autore:Lauren Oliver [Oliver, Lauren]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852068270
editore: Mondadori
pubblicato: 2015-09-28T22:00:00+00:00


19

L’obitorio era buio, e più freddo di quanto Pippa si fosse aspettata. Da qualche parte nell’oscurità giungeva il suono di uno sgocciolio, come se un rubinetto fosse stato lasciato aperto. Fece un passo avanti e Thomas cacciò un urlo.

«Mi hai preso il calcagno» disse.

«L’hai messo tu davanti al mio alluce» sussurrò lei.

«Cos’è questa puzza?» chiese Thomas, a voce un po’ più alta.

Pippa annusò l’aria. Aveva un po’ lo stesso odore di una vasca subito dopo che qualcuno ci aveva fatto il bagno, o di un piede sudato sfregato ripetutamente con del sapone.

All’improvviso la luce elettrica si accese con un ronzio e una vibrazione. Sam aveva trovato un interruttore sulla parete e Pippa ricominciò a respirare. Si era immaginata che ci sarebbero stati cadaveri ovunque. In realtà si trovavano in un’ampia sala, molto spoglia e molto pulita. Una parete era ricoperta di sportelli, ciascuno della misura di un piccolo frigorifero.

«Bene, e adesso?» disse Sam.

Tutti si girarono istintivamente verso Thomas, che scosse la testa. «Non… non ne sono sicuro.»

Pippa mosse qualche passo nella stanza, alzando le dita a sfiorare la parete ricoperta di armadietti di metallo. A un tratto trasalì. Ebbe una visione improvvisa, come un’illuminazione della mente: un corpo, rigido e privo di vita, e due piedi bianchi gonfi come pesce marcio. Indietreggiò, tenendosi la testa fra le mani.

«Che c’è?» Thomas si precipitò verso di lei e la prese per il gomito. «Che succede?» Fu solo in quel momento che Pippa si rese conto di essersi lasciata sfuggire un urlo.

«P… persone» balbettò, indicando la parete: un mosaico di sportelli di armadietti, appiccicati l’uno all’altro. Ora che era concentrata, riusciva a guardarci attraverso: vedeva cosa c’era dentro. E quello che vedeva erano dei corpi, ciascuno avvolto in un lenzuolo, freddi e tristi come fette di carne sul bancone di un macellaio. «È pieno di persone.»

«Laggiù.» La voce di Sam rimbombò con una leggera eco, in quello spazio grande e semibuio. Si era spostato nella stanza accanto. Pippa vide tre tavoli in acciaio, ciascuno ricoperto da un telo di lino bianco, sotto il quale riuscì a intravedere le sagome di altri corpi: le forme del torace, delle ginocchia e persino un piede che fuoriusciva da un telo. Lo stomaco le si rivoltò. Una di quelle persone era una donna, e un’altra una ragazzina non molto più grande di lei, con i capelli biondi come paglia.

«Chissà se uno di loro può essere Potts…» Aveva parlato piano, ma la voce di Thomas risuonò amplificata dalla vacuità della stanza, tanto che a Pippa parve che avesse urlato.

«Quello» disse, sollevando una mano tremante a indicare il tavolo centrale. Anche senza alzare il telo, riusciva a vederlo. Era più semplice, più facile che guardare nella tasca di qualcuno, forse perché non c’era la resistenza della mente di un’altra persona con cui scontrarsi.

Di recente aveva notato uno sfasamento, un cambiamento nel modo in cui funzionavano le sue visioni. Stava diventando più facile vedere attraverso cassetti chiusi a chiave o valigie, sentire quello che contenevano con un’intensità tale da ricostruirne mentalmente l’immagine.



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